XXIV Legislatura – Tornata del 20 maggio 1915
È ventura nostra affidare le nostre deliberazioni ai soldati italiani,
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conclusione questa sia stata: che immediatamente - senza che il più piccolo fatto nuovo nella politica estera sia sorto o sia venuto a cognizione nostra
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interessi che le guerre attraversano; ed è o troppo ingenuo o troppo furbo chiedergli quel che oggi a noi ufficiosamente si chiede: che la nostra fede e la
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logica nostra dovremo essere
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accenniamo qualche ragione; non per la preoccupazione di spiegare e giustificare la nostra opinione personale, ma perchè, tra quanti aderiscono in
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pensiero e nella nostra fede di socialisti, è superiore anche alle ragioni nazionali: la difesa della causa della libertà e della indipendenza dei popoli
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che la mancata cooperazione nostra, come essi hanno preteso, debba ritenersi una defezione; inaspriti dalle rivendicazioni avanzate, che a loro sono
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opera nostra, più rapida, più redentrice, più sicura e lunga la pace; e come il credente, alzando il calice, memoria di sacrificio e di sangue, ne fa un
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Accademia della crusca
